campania aglianico i.g.t.

vigne verginianae


Da oltre duemila anni, la vita prospera sulle colline dell’entroterra Campano, tra le zone d’Italia dove nascono alcuni dei più straordinari vini del mondo. Il naturale e millenario isolamento delle genti ha contribuito alla conservazione degli antichi vitigni autoctoni, giunti a noi anche grazie all’illuminata opera dei Benedettini del Monastero di Montevergine (XII sec.) che, con genialità, hanno coniugato profumi, sfumature, contrasti, contribuendo a perfezionare la pratica della coltivazione e vinificazione in epoca medievale. Ottenuto da uve Aglianico, l’uva decantata dal poeta latino Orazio, l’Aglianico Campania Vigne Verginianae incarna uno stile di vinificazione moderno di questo grande e nobile vitigno autoctono italiano, assolutamente versatile negli abbinamenti cibo-vino.

 
scheda tecnica

Vitigno: 100% Aglianico.

Zona di produzione: vigneti selezionati in Campania.

Tecnica di produzione: le uve, attentamente selezionate, seguono una macerazione a temperatura controllata, 24°- 25°C per un massimo di 5/7 giorni. A fermentazione alcolica e malolattica ultimate, il vino viene lasciato in acciaio per 6-12 mesi e a seguire viene affinato in bottiglia per almeno 6 mesi.

Caratteristiche organolettiche: di colore rosso rubino, ha profumi fruttati di ciliegia, amarena, prugna e spezie. Di media struttura, un vino giovane, pieno e morbido, con un retrogusto equilibrato e dalle spiccate note di amarena.

Abbinamenti gastronomici: un vino da tutto pasto, accompagna affettati, piatti della cucina mediterranea, parmigiana, zuppe varie, carni bianche, pollo all’arrosto. Consigliato per gli aperitivi o con la pizza.

Servire a 20° C

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premi e punteggi

Tratto dal Codice Diplomatico Verginiano, a cura di Placido Mario Tropeano (Montevergine, Padri Benedettini, 1979):

243. CARTULA OBLATIONIS
1137 – novembre, ind. I, Montefusco

Proserpina, figlia di Umberto signore di Atripalda, nel ricevere la notizia della morte del marito Iderno, caduto nella guerra tra il re Ruggiero ed il conte Rainulfo nei pressi di Siponto, chiede ad Alberto, rettore e custode della chiesa di Santa Maria di Montevergine, di voler inviare in terra di Puglia alcuni suoi religiosi per ritirare le spoglie mortali del marito e dargli onorevole sepoltura nel santuario; contemporaneamente offre all’abbazia una vigna fuori il castello di Montefusco nella località Santo Angelo a Marcopio.

(Originale, PERGAMENA N. 239, mm. 215x425; scrittura beneventana).

 

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