Sartù di riso, una tradizione della famiglia Mastroberardino, che non manca mai durante le festività natalizie.
Questo anno è stato il protagonista del nostro pranzo di Capodanno 2021, in abbinamento al Taurasi Pago dei Fusi Docg 2011, superbi e vellutati tannini grazie al lungo invecchiamento in bottiglia. È certamente un vino perfetto per questo trionfo di prelibatezze della cucina napoletana.
Per chi non sa di cosa parliamo, il sartù di riso è una sorta di timballo di riso. La sua origine risale all’epoca dei monzù, i cuochi francesi arrivati a Napoli, ai tempi della Regina Maria Carolina, arrivata in sposa di Ferdinando IV di Borbone, per rendere la cucina locale più sofisticata.
Siamo nella seconda metà del Settecento e il bello è che questo piatto nasce a Napoli, sì dalle mani dei monzù, ma senza essere una ricetta francese.
Questa è una preparazione sontuosa a base di riso, qui introdotto, sia pur come medicamento, sin dall’epoca aragonese. Il tutto è amalgamato con ampia aggiunta di burro, un altro prodotto tipico di altre cucine, ma utilizzato assieme ai prodotti delle fattorie delle tenute di campagna delle famiglie nobili napoletane. Per servirlo, il sartù di riso viene, in ultimo, condito con il mitico ragù, cotto lentamente e per ore.
Il sartù alla napoletana, una ricca preparazione, perfetta per cominciare bene l’Anno Nuovo!
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