06 Dicembre 2018
Taurasi Pago dei Fusi DOCG 2011
92 Punti
Wine Enthusiast by Kerin O’ Keefe
La editor Kerin O’ Keefe ha decisamente colto nel segno nel suo articolo “Timeless Taurasi – discover southern Italy’s flagship red wine – pubblicato il 6 novembre 2018, sulla rivista Wine Enthusiast, in cui quel “timeless”, nell’epoca postmoderna dei beni di consumo seriali e a scadenza, fa il suo effetto. Kerin O’ Keefe parla di verticali di Taurasi a ritroso nel tempo, fino alle vendemmie degli anni ’30, che esprimono la tenacia e la longevità di questo nobile vino. Questa descrizione fa pensare alle qualità della tartaruga: stabile, lenta, corazzata e longeva. Nel sottotitolo, prendendo in prestito un termine marinaresco, definisce il vino “the flagship” ovvero la nave bandiera di tutta la flotta vinicola del sud Italia.
Lo descrive così: “Strutturato, complesso, con un notevole potenziale di invecchiamento” e parlando del vitigno, l’aglianico, dice che, pur crescendo in diverse regioni dei sud Italia, trova la sua massima espressione sulle colline Irpine, che sono “its spiritual home”, il suo luogo di appartenenza, grazie alle condizioni pedoclimatiche ottimali.
Ritiene che “le sensazioni di amarena, viola e spezie scure nel giovane taurasi, evolvono in cuoio, tartufo, tabacco e note balsamiche nel corso del tempo” e che “la qualità del vino prodotto è migliorata negli anni grazie alla selezione dei migliori cloni, piantati nelle aree più propizie alla maturazione delle uve.”
Addentrandosi nell’area della denominazione Taurasi, spiega che essa ricopre 17 comuni, a suolo a prevalenza calcareo – argilloso, con importanti residui vulcanici, dovuti all’ eruzione del monte Vesuvio, in particolare a quella massiccia di 4000 anni fa che. L’eruzione citata nell’articolo, infatti, viene ricordata come “eruzione Avellino”, proprio perché i suoi prodotti si diressero maggiormente in quest’area. Taurasi conserva un deposto cineritico stratificato composto da pomici, lapilli, ceneri e tufo, questo strato vulcanico ha costituito un naturale ostacolo alle malattie, ha protetto antiche vigne dall’epidemia della fillossera e dai parassiti che hanno decimato la viticultura europea di fine ‘800 e inizio ‘900. Come risultato, queste centenarie vigne non hanno subito l’innesto con radici americane, rimedio necessario per contrastare la diffusione della fillossera.
L’altitudine delle pendici su cui crescono le uve, rappresenta il fattore determinante per la maturazione lenta dell’Aglianico, che conferisce al vino complessità, fraganza, acidità, tannicità e longevità. Una delle grandi sfide del Taurasi è proprio l’equilibrio tra queste sue parti: acidità, tannicità e alcohol e la raccolta delle uve nel momento ideale di maturazione diventa cruciale a tal fine.
Valentina Aiello