Manca circa un mese all’edizione 2019 di Cantine Aperte e ci arriva una bella notizia che ci riporta allo scorso anno, all’ultima domenica di maggio.
Nella cornice allegra che contraddistingue sempre l’evento più famoso per gli enoturisti in Italia, Terredora ospitò anche Acipea, Associazione Culturale Italiana Poeti e Artisti nata per diffondere la cultura in genere, comprese le tradizioni popolari e folkloristiche, oltre che essere luogo d’incontro e aggregazione nel nome dell’amore per la letteratura e l’arte in genere.
In particolare, in quell’occasione conoscemmo, grazie alla vulcanica Presidente di Acipea, Lucia Gaeta, due artisti che, nel pomeriggio, furono protagonisti di un emozionante momento di contaminazioni letterarie intorno al vino.
Nicola Branchi ci presentò il romanzo “Intime Confidenze”, mentre dalle terre salentino arrivò il poeta Franco Maci, per declamarci versi dalla sua raccolta poetica “Negramaro”, con un nome che evoca il vino, anche se, talvolta, è un poetare amaro. Mi commosse, infatti, per quel suo raccontare la durezza della vita dei campi al tempo di quando lui nacque. L’immagine di braccianti gravide che finivano per partorire tante volte sulla nuda terra non può che essere pregna di significato dolente e sentimento.
Quel giorno, però, Franco Maci ci regalò anche dei versi che sgorgarono dall’allegria che aveva contraddistinto la giornata fra passeggiate per le vigne, i borghi che presidiano le cime delle nostri valli, la cantina.
Qualche giorno fa questo ci ha scritto per condividere con noi una bella notizia, che rilega i fili del tempo.
La poesia TERREDORA, che noi pensavamo solo un poetico ringraziar per l’accoglienza, è candidata al Premio “Il Vino e le sue Terre 2019” nell’ambito dell’Italian Festival International Literary, che vedrà la cerimonia di Premiazione il 30 giugno 2019 in Piemonte, quasi come un’ideale passaggio di testimone nella staffetta fra territori del Vino solcati dalla Poesia.
Quando si dice che le belle amicizie nate intorno ad una bottiglia di vino sono durature, meglio invecchiano bene, anzi migliorano come una grande bottiglia di Taurasi.
TERREDORA
Valle del calore
in’alta Irpinia
seguo il sentiero
ravvivato da una
vasta estensione
di vitigni in fiore.
In cima mi appare
un caseggiato ove
ogni uva selezionata
viene pigiata come
essenza pregiata.
Trasuda l’emozione
mi viene incontro
un sorriso divino
del casato,
vigore di antica
vocazione,
accarezzo la sua mano
m’accompagna a passo
sobrio
apre l’ingresso della
storia terredora
versa nel calice
nettare dal color rosso
rubino lo pasteggio
insieme ai sapori
di tradizione e passione
che porterò nel cuore
da fiore in fiore
durante il mio vagare
per ornare la lirica
di immenso sognare.
( FRANCO MACI : Poeta )
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